Ragazze e ragazzi, credeteci: siete più forti di quanto pensiate!

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A Brindisi abbiamo incontrato Sarah Elisa Fontana, tutor del Progetto Rete. Con lei parliamo di cosa fa un tutor, di come si lavora negli Hub e di cosa cambia davvero per i ragazzi che partecipano.

Il Progetto Rete è nato per accompagnare i giovani nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro.
Il Progetto Rete è nato per accompagnare i giovani nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro.

Ragazze e ragazzi, credeteci: siete più forti di quanto pensiate!

Il Progetto Rete è nato per accompagnare i giovani nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Non con lezioni teoriche, ma con attività pratiche, incontri e laboratori.
Una parte importante del progetto sono i tutor: figure di riferimento che aiutano i ragazzi a orientarsi e a fare esperienze utili. In questa intervista Sarah Elisa Fontana, tutor dell’hub di Brindisi, racconta in modo semplice cosa significa il suo lavoro.

Che cosa fa concretamente un tutor del Progetto Rete? E cosa significa per te questo ruolo?

Un tutor sta accanto ai ragazzi, li guida nelle attività, li ascolta e li aiuta a capire i loro punti di forza. Per me è anche un modo per restituire qualcosa: da studentessa avrei voluto avere una figura così. Oggi cerco di essere quella persona che crede in te quando tu non ci riesci ancora.

Cosa rende diversi gli Hub di Rete rispetto alla scuola?

Sono spazi più liberi. Non ci sono voti, non c’è giudizio. I ragazzi possono provare, sbagliare, riprovare. Non devono dimostrare qualcosa a qualcuno, ma a loro stessi. Qui imparano a mettersi in gioco senza paura.

C’è un episodio che ti ha colpito particolarmente?

Un ragazzo ha partecipato a tutte le attività con grande impegno. Alla fine ho scoperto che aveva una forma di balbuzie legata alla timidezza, ma durante il percorso non si era mai notato: parlava con sicurezza. Questo mi ha fatto capire quanto un ambiente sereno possa aiutare a tirare fuori il meglio.

I ragazzi cambiano durante il percorso?

Sì, li vedi crescere. All’inizio sono insicuri, parlano poco. Poi iniziano a fare domande, a proporre idee, a ridere di più. È un cambiamento semplice ma enorme: smettono di sentirsi “fuori posto” e si vedono dentro al loro futuro.

Come li aiutate a scoprire i loro talenti?

Con attività pratiche: laboratori, simulazioni, esercizi concreti. Ad esempio, abbiamo fatto un percorso su curriculum e colloquio. Una ragazza, Giorgia, dopo l’esperienza mi ha scritto che aveva usato i consigli durante un colloquio vero: è andato bene e ha ottenuto il posto. Quando succede, capisci che il lavoro ha un impatto reale.

Che tipo di riscontri avete dalle scuole?

Molto positivi. Una professoressa, ad esempio, ha scritto che il PCTO realizzato con noi è stato apprezzato anche dalla commissione d’esame. Sono feedback che motivano: danno la prova che il percorso è utile, non solo per i ragazzi ma anche per gli insegnanti.

Cosa diresti a un ragazzo che è indeciso se partecipare?

Direi: prova. Non hai nulla da perdere. È un’occasione per conoscerti meglio e per fare esperienze che possono servirti davvero.

Quanto conta il gruppo?

Moltissimo. Nei percorsi si crea una rete vera: i ragazzi si aiutano tra loro e spesso restano in contatto anche dopo. Anche per noi tutor è importante: ci confrontiamo e impariamo insieme.

Tu cosa hai imparato da questa esperienza?

Che ogni ragazzo ha una storia unica. E che bisogna saper ascoltare. Non è un lavoro a senso unico: io accompagno i ragazzi, ma loro fanno crescere anche me.

In cosa "Rete" completa la scuola?

La scuola deve rispettare programmi e voti. Rete offre spazi più liberi, dove si lavora sulle persone e non solo sulle materie. Qui i ragazzi possono scoprire capacità che a scuola resterebbero nascoste.

Se dovessi descrivere il Progetto Rete con un parola?

Due, se posso: Risveglio e Gratitudine.
Risveglio perché accende energie e fiducia, nei ragazzi e in noi adulti. Gratitudine perché ogni giorno, in ogni aula, so che sto vivendo qualcosa che lascia un segno. E non c’è niente di più bello.

 

Hub Rete di Brindisi

IndirizzoVia Giovanni Tarantini, 33 - 72100 Brindisi

è possibile accedere all'Hub anche da Via dei Del Balzo, 12A

Orari: dal lunedì al giovedì dalle 08:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 16:30

il venerdì l'Hub chiude alle ore 13.30

Telefono: 342 3368431

e-mailretebrindisi@invitalia.it